L’arte dello Stratagemma

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L’arte dello Stratagemma appartiene alle cose viventi: basta osservare animali e piante per cogliere molteplici strategie di sopravvivenza e stratagemmi di difesa e di attacco. L’uomo, grazie alla sua intelligenza, ha solo migliorato quello che la natura gli mette continuamente sotto gli occhi. Parlare di strategemmi che possono ottenere il massimo effetto con il minimo sforzo non è assolutamente un esercizio intellettuale; l’intelligenza e la creatività applicata alla gestione strategica della vita fanno parte di quella saggezza che da sempre guida gli esseri umani nel raggiungimento dei propri scopi, nel superamento dei propri limiti e nel miglioramento delle proprie capacità.

Esistono tre Tradizioni fondamentali che esaltano il valore e l’utilizzo di stratagemmi come strumento essenziale per la realizzazione dei fini: L’arte della Metis, ovvero la tradizione greca del culto dell’astuzia, dell’audacia e dell’abilità; L’arte della guerra, ovvero la tradizione cinese dei metodi per vincere con il minimo sforzo; L’arte della Persuasione, ovvero lo studio delle tecniche retoriche per indurre le persone a cambiare.

Metis era la divinità greca che rappresentava l’astuzia e la sagacia. Era l’ispiratrice dell’arte di navigare, della caccia e della pesca, della costruzione di armi e delle strategie di guerra, e anche della negoziazione politica e della seduzione. La mitologia narra che persino Zeus era così invidioso delle straordinarie abilità di Metis che finiì per mangiarla, allo scopo di fare sue tutte quelle capacità. Alessandro Magno ci ha fornito una perfetta interpretazione di questa Arte quando condusse alla vittoria il suo esercito, numericamente cinque volte inferiore a quello persiano. In che modo? Semplice, al fine di “costringere” i suoi soldati ad azioni eroiche fece bruciare le proprie navi, così le truppe, se avessero voluto tornare a casa, avrebbero dovuto conquistare quelle del nemico. Mettendo i propri soldati in una situazione dove non potevano scegliere se non di combattere eroicamente.

L’Arte della Guerra, ovvero come vincere con il minimo sforzo, è forse la più conosciuta nel management aziendale, con il famoso testo di Sun Zu (anche se non è l’unico e ne esistono molti altri, come I 36 Stratagemmi). La filosofia cinese è molto lontana da quella dell’eroe greco: lui rimane nascosto dietro l’esibizione, le sue strategie sono sempre velate, come “i movimenti del drago che si confondono con le nuvole”. Non male come immagine metaforica del suo pensiero.Yu Il Grande incarnava l’arte di vincere il nemico senza opporvisi, bensì catturandone la forza per utilizzarla contro di lui. “Trasformare l’ospite indesiderato in oste e creare il vuoto per farvi entrare il pieno”. Questi due stratagemmi possono essere applicati a qualsiasi condizione di lotta: non si oppone forza contro forza ma si devia la forza dell’avversario, per poi colpirlo quando è sbilanciato e indifeso.

Infine abbiamo L’Arte della Persuasione, il cui “payoff” potrebbe essere “indurre al cambiamento”. “La parola è un gran dominatore”, dice Gorgia il sofista, “.. che con piccolissimo corpo e invisibilissimo, divinissime cose sa compiere; riesce infatti a calmare la paura, e eliminare il dolore, e a suscitare la gioia, e ad aumentare la pietà”. L’arte della persuasione riguarda anche il rapporto tra ognuno di noi e se stesso, ovvero i modi in cui ci convinciamo a credere in qualcosa o a percepire le cose da prospettive diverse da quelle precedentemente assunte.

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