Things Change
Il mercato della consulenza è in veloce trasformazione, sia per quanto riguarda le modalità di fruizione della stessa sia per le esigenze dei clienti che si fanno sempre più complesse.
I nuovi paradigmi tecnologici in ambito comunicazione, condivisione delle informazioni e tipologie di lavoro possono favorire la nascita di network di professionisti che mettono a fattor comune le loro conoscenze e i loro network, ponendo quindi le basi per la realizzazione di economie di scala e di scopo, moltiplicando le opportunità di business e l’offerta per il cliente, andando potenzialmente a coprire tutte le sue varie esigenze.
In questo ambito è possibile affermare che si sta creando uno spazio nuovo per la consulenza: a quella classica/tradizionale è possibile affiancare una consulenza basata sull’innovazione, dando vita a sinergie tra le due tipologie di consulenza e alla pacchetizzazione di nuovi servizi. Queste servizi nascono da un dato di fatto, ovvero che i rapporti collaborativi tra il mondo corporate e quello delle startup stanno modificando e modificheranno sempre più gli scenari del mercato produttivo. Le aziende e gli “entrepreneur” devono imparare a collaborare in maniera effettiva (questo è vero in particolar modo nel mondo del digital business, ma è relativizzabile anche agli altri mercati). Secondo alcuni studi (Accenture) i ricavi derivanti dalla collaborazione tra imprese (large companies) e startup passeranno dal 9% attuali al 20% in 5 anni).
Per fare ciò la natura della collaborazione deve però cambiare: si deve passare da una collaborazione di tipo bilaterale tra azienda e startup ad una collaborazione basata su un ecosistema di partner. (In questo contesto ha senso quindi di parlare del “potere abilitativo delle piattaforme di collaborazione”).
La realizzazione di un ecosistema di partner che collaborano in maniera efficace ed efficiente è anche condizionato da fattori culturali, di comunicazione tra le parti che spesso non lo fanno come dovrebbero. Ciò è dovuto in gran parte a delle differenze di fattori, quali ad esempio obbiettivi, fattori culturali, fattori produttivi e molti altri.
In questo contesto ha quindi senso pensare ad un soggetto che funga da connettore, da ponte, che faciliti la creazione di canali di comunicazione, collaborazione e network tra i soggetti in questione non solo in ottica punto punto ma anche in una logica distribuita.